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L'IMPORTANZA DI UN PRATO FIORITO

Salvaguardare i prati ricchi di specie, preziosi elementi del paesaggio montano.

COSA SONO I PRATI RICCHI DI SPECIE?
I prati sono habitat omogenei di specie erbacee ottenuti grazie all’azione dell’uomo. In natura essi non esisterebbero, il prato vero e proprio è nato con l’uomo e solo con l’uomo può mantenersi. Lo sfalcio regolare, l’apporto stagionale di un’equilibrata quantità di letame, le cure continue come la risemina, lo spietramento, le periodiche ripuliture sono fattori essenziali per la conservazione di questi elementi fondamentali del nostro paesaggio e autentici fattori di biodiversità.
Le specie che si consociano nel prato generano un mantello vegetale che rinsalda i suoli e mantiene la vitalità del terreno. Maggiore è il numero delle specie, più variegata è la fioritura e maggiore è il valore ecologico del prato. Alla ricchezza delle specie erbacee si lega infatti analoga ricchezza di insetti e di animali minori e di uccelli. Un prato è “ricco di specie” quando già in pochi metri quadri possiamo contare venti o trenta essenze diverse.

SONO PRATI A RISCHIO?
Sì, purtroppo. I prati polifiti (questo il termine tecnico) sono in continua diminuzione. Ilprogressivo abbandono di molte aree prative montane, che ha determinato l’avanzamento del bosco, e l’intensivizzazione agraria ne hanno ridotto vistosamente la superficie complessiva. Negli ultimi decenni, soprattutto con le fertilizzazioni minerali e a liquami organici, è molto aumentata la produzione di foraggio, favorendo poche essenze erbacee, le più competitive, a scapito di tante altre tipiche di suoli non “forzati” e più variegati. La perdita di questi preziosi elementi del paesaggio si nota soprattutto nelle grandi estensioni prative di fondovalle e di basso versante, dove la meccanizzazione dei lavori agricoli ha favorito queste trasformazioni.

COSA FARE PER MANTENERLI?
I prati possono mantenersi soltanto attraverso la loro gestione attiva: l’abbandono li riconsegna inesorabilmente all’avanzata del bosco. Ciò significa che ènecessarioil lorosfalcio, graduato secondo i ritmi locali di crescita. Ma non solo: sono necessari ogni anno apporti equilibrati e ben distribuiti di letame ed eventuali risemine, così da reintegrare le risorse nutritive del suolo e perpetuare la facoltà di rigenerazione delle specie. Si tratta di azioni non sempre redditizie, che richiedono perciò programmi di sostegno e di valorizzazione.
Si può incentivare per esempio lo sfalcio dei prati, come avviene nel Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, dove si persegue l’obiettivo di mantenere le aree a prato in assenza di concimazioni. Altrettanto avviene nel Parco Naturale Adamello Brenta dove, affidando i lavori a ditte locali, ci si occupa della conservazione attiva di un’area prestigiosa quale la zona dei prati di Prada e del Banale. Nel Parco Naturale Locale Monte Baldo, al contempo, si valorizza la ricerca, controllando l’espansione degli arbusti nei prati e mantenendo le superfici recuperate. La Rete di Riserve Alta Val di Cembra- Avisio ha attivato a Capriana un progetto pilota di pascolo guidato con pecore e asini; l’iniziativa trova ulteriori spazi di sperimentazione nella Rete di Riserve Fiemme-Destra Avisio, dove gli interventi di restauro ecologico prevedono sfalci di pulizia, lotta alle infestanti e pascolamento conservativo.

NON SOLOBIODIVERSITÀ!
I prati ricchi di specie sono riconosciuti per l’alto valore nutritivo del foraggio che se ne può ricavare, che si riflette sulla qualità dei prodotti caseari e della carne e quindi sulle relative filiere produttive. La qualità è dovuta alla numerosa serie di metaboliti e sostanze di alto valore che vengono trasferite nel latte, in particolare nei bovini allevati a pascolo o alimentati con erba verde.