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Notizie

6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (* stupenda fioritura di orchidee)

Naturnahe Kalk-Trockenrasen und deren Verbuschungsstadien (Festuco-Brometalia) (* besondere Bestände mit bemerkenswerten Orchideen)

 

Semi-natural dry grasslands and scrubland facies on calcareous substrates (Festuco-Brometalia) (* important orchid sites)

 
Brometo nel Parco di Paneveggio-Pale di S. Martino - ph C. Lasen

Caratteristiche generali dell'habitat

Tipo che include formazioni erbacee, o parzialmente cespugliate, da secche a mesofile, comunque asciutte, diffuse dalle pendici collinari alla fascia montana, eccezionalmente fino a quasi 2000 m di quota. La permanenza di questi habitat è garantita da regolari falciature (o pascolamento ovicaprino non eccessivo) e da assenza di concimazioni. Si tratta di formazioni secondarie (solo in pendici rupestri e siti estremamente aridi si possono notare nuclei primari, corrispondenti a topografie in cui l’evoluzione del suolo è di fatto impedita) che subirebbero facilmente l’invasione delle specie arbustive del mantello e di quelle legnose del bosco.
L’habitat diventa prioritario solo se rappresenta un  importante sito per la presenza delle orchidee. La discriminante deriva dalla soddisfazione di almeno uno tra i tre seguenti criteri:
- Il sito comprende una ricca sequenza di specie di orchidee
- Il sito include una popolazione importante di un‘orchidea rara nel territorio nazionale.
- Il sito contiene una o più specie di orchidee considerate rare, molto rare o eccezionali sul territorio nazionale.

Variabilità, contatti e criteri interpretativi

L’habitat comprende tutti i popolamenti riferibili all’ordine, con gravitazione subatlantica e occidentale, Brometalia. Situazioni di carattere marcatamente continentale e steppico, dei Festucetalia valesiacae (diffuse ad esempio nel limitrofo Alto Adige con massima espressione in Val Venosta), dovrebbero essere riferite a 6240, habitat prioritario. Tale separazione non è, peraltro, sempre agevole. Nell’ultima versione del manuale interpretativo è stato inserito anche l’habitat 62A0, praterie secche submediterranee- orientali (Scorzoneretalia villosae) che interessa il Carso e le Alpi Dinariche fino ai Balcani. Penetrazioni di entità subilliriche e a gravitazione orientale sono diffuse nella parte più meridionale della provincia ma, per motivi fitogeografici, si ritiene scarsamente percorribile tale ipotesi, ancorché non del tutto infondata, almeno sulla base di alcune indubbie affinità ecologiche e di qualche somiglianza nel corteggio floristico. La tradizionale distinzione dei geobotanici classici tra Xerobromion e Mesobromion non ha ripercussioni sull’attribuzione del codice habitat. Di norma le situazioni più ricche di orchidee si riferiscono a stazioni mesofile più esposte delle altre alla concorrenza di specie legnose. Quasi ovunque, per effetto dell’abbandono dello sfalcio o della riduzione del carico pascolante, queste formazioni ospitano un contingente non trascurabile di entità dell’orlo boschivo, caratteristiche della classe Trifolio-Geranietea sanguinei. Anche i contatti con cenosi di Sedo-Scleranthetalia (sempre poco estese, peraltro) sono frequenti e spesso legate ad ambiti, sempre più ridotti, in cui si pratica l’agricoltura tradizionale, non intensiva. A questo codice, infine, dovranno essere ricondotti anche i frammentari e relittici popolamenti ricchi di piante annuali, di evidente impronta mediterranea, che nella parte meridionale della provincia sono localmente sopravvissuti in stazioni edaficamente e termicamente favorite. Essi sono molto importanti a livello biogeografico (con numerose specie di lista rossa) ma non formano comunità tali da poter ipotizzare una loro attribuzione allo specifico codice 6220 (pseudo-steppa con erbe e piante annuali di Thero-Brachypodietea).
Sembra inoltre opportuno che a 6210, in assenza di alternative plausibili, si possano riferire anche prati non particolarmente xerici su substrati porfirici o comunque silicatici (non necessariamente troppo calciocarenti). In tal caso, più che la natura del substrato, è fondamentale il tipo di suolo.
Nella fascia altimontana il confine tra 6210 (termofilo) e 6170 (microtermo) può essere sfumato (è il caso dei seslerio-brometi). A parte l’analisi floristica di dettaglio, per verificare la prevalenza di entità di Seslerietalia (6170) su quelle di Festuco-Brometea, utilizzando come variabili i parametri quota ed esposizione, oltre al contesto delle comunità limitrofe, è possibile differenziare cartograficamente con valida approssimazione.

Specie vegetali tipiche

Dominanti:

Brachypodium rupestre, Bromus erectus s.str., Bromus condensatus, Festuca rupicola.

Caratteristiche:

Achillea virescens (VU), Allium carinatum subsp. pulchellum, Anacamptis pyramidalis (NT), Artemisia campestris, Astragalus monspessulanus (NT), Bothriochloa ischaemum, Dianthus carthusianorum, Ferulago campestris (NT), Fumana procumbens, Gladiolus palustris (VU), Globularia punctata, Himantoglossum adriaticum (VU), Hypochoeris maculata (NT), Leontodon crispus (NT), Linum tenuifolium, Linum viscosum, Medicago rigidula (VU), Ophrys apifera (EN), Ophrys benacensis (EN), Ophrys holoserica (EN), Ophrys insectifera, Ophrys sphegodes (VU), Ophrys tetraloniae (CR), Orchis militaris, Orchis morio (NT), Orchis simia (VU), Orchis tridentata, Orchis ustulata, Peucedanum schottii (NT), Plantago argentea (NT), Potentilla arenaria (VU), Prunella laciniata (NT), Pseudolysimachion spicatum, Pseudolysimachion barrelieri (VU), Pseudolysimachion pallens (VU), Pulsatilla montana (NT), Saxifraga bulbifera (EN), Scilla autumnalis (VU), Scorzonera hispanica (CR), Serapias vomeracea (CR), Stipa bromoides (CR), Stipa capillata (NT), Stipa pennata (=S. johannis) (EN/DD), Stipa pulcherrima (DD), Thlaspi praecox (NT), Trifolium striatum (EN), Teucrium montanum, Trinia glauca, Veronica prostrata (NT).

Altre:

Ajuga chamaepitys (NT), Allium ericetorum (NT), Anthericum liliago, Anthyllis vulneraria agg., Apera interrupta (EN #), Arabis auriculata (VU), Aster amellus, Astragalus purpureus subsp. gremlii (NT), Briza media, Bulbocodium vernum (EN), Campanula glomerata, Campanula bononiensis (NT), Carex caryophyllea, Carex humilis, Carlina vulgaris, Carthamus lanatus (EN), Centaurea alpina (NT), Centaurea scabiosa, Convolvulus cantabrica (VU), Coronilla minima (NT), Coronilla scorpioides (EN), Crocus biflorus (CR), Crupina vulgaris (CR), Dactylorhiza sambucina, Dianthus deltoides (EN), Dorycnium hirsutum (NT), Erysimum sylvestre subsp. aurantiacum (VU), Euphorbia nicaeensis (NT), Euphorbia variabilis (NT), Filago pyramidata (NT), Filago vulgaris (EN/DD), Galium verum, Gentianella germanica, Gladiolus italicus (CR), Gymnadenia conopsea, Heteropogon contortus (VU), Hypericum humifusum (CR), Hyssopus officinalis subsp. aristatus (VU), Iris cengialti (NT), Iris graminea (VU), Jasione montana (VU), Koeleria pyramidata, Laserpitium nitidum (NT), Lathyrus setifolius (NT), Lathyrus sphaericus (NT), Linaria angustissima (NT), Lychnis viscaria (NT), Matthiola valesiaca (NT), Melampyrum arvense (NT), Melampyrum cristatum (NT), Micropus erectus (EN), Minuartia capillacea (NT), Narcissu poeticus (NT), Onobrychis viciifolia, Ononis reclinata (VU), Onosma helvetica subsp. tridentina (VU), Opuntia humifusa (EN#), Orobanche arenaria (EX?), Orobanche artemisiae-campestris (EN), Orobanche lutea (NT), Orobanche minor (NT), Pedicularis acaulis (VU), Peucedanum cervaria, Phleum bertolonii (DD), Phleum hirsutum (NT), Pimpinella saxifraga, Plantago media, Polygala comosa, Polygala nicaeensis (NT), Potentilla verna agg., Primula veris, Salvia pratensis, Sanguisorba minor, Serratula nudicaulis (EN), Spiranthes spiralis (EN), Stachys recta, Teucrium chamaedrys, Thesium divaricatum (DD), Thymus pulegioides, Trifolium montanum, Verbascum phoeniceum (EN), Veronica teucrium.

Estinte:

Carex supina § (6240), Centaurea calcitrapa #, Helianthemum salicifolium §, Medicago monspeliaca, Medicago prostrata §, Orchis provincialis.


Indicatrici potenziali di 6240: Achillea tomentosa (NT), Dracocephalum austriacum (EN), Ephedra helvetica (EN). Il fatto che queste tre interessanti specie crescano in Trentino in siti molto separati a livello topografico, ed anche ecologico, conferma la criticità di questo habitat in Provincia.

Indicatrici potenziali di 62A0: Chrysopogon gryllus (NT), Genista sericea (VU), Plantago holosteum (NT), Satureja variegata (VU).

Indicatrici potenziali di 6220: tutte le terofite a distribuzione e gravitazione mediterranea.

Distribuzione in provincia

Habitat diffuso e discretamente rappresentato, anche se, spesso, all’esterno dei biotopi tutelati.
Si tratta, tuttavia, di un tipo in forte regresso, quasi del tutto scomparso sui substrati silicei. Inoltre, esso si conserva principalmente nelle stazioni più xeriche e quindi povere di orchidee.

Dinamismo naturale

Le stazioni primitive, con scarsa attitudine evolutiva, sono quelle confinate in stazioni rupestri, spesso in prossimità di cenge poco accessibili. Altrove, in assenza di interventi di manutenzione (falciatura, pascolo estensivo), l’ingresso di specie arbustive e arboree può essere rapido dopo una prima fase (al massimo pochi decenni) di relativa stabilità. Gli incendi hanno contribuito a rallentare l’affermazione di specie legnose, in particolare di quelle del bosco di roverella, spesso preceduto da stadi con Populus tremula e Corylus avellana in ambienti più mesofili. Una dominanza di Brachypodium delinea già una condizione di abbandono prenemorale, mentre specie di orlo (Trifolio-Geranietea) purché non dominanti, sono spesso presenti già in condizioni di elevata naturalità.

Note ed osservazioni

La delicatezza di questi habitat, la loro vulnerabilità e i notevoli dati raccolti da Perazza e collaboratori nella cartografia delle orchidee trentine, offrono l’opportunità di promuovere un’analisi dettagliata e puntuale per verificare le stazioni più a rischio e proporre adeguate soluzioni gestionali per la conservazione della biodiversità. In effetti le orchidee sono più frequenti in stazioni mesofile ma quelle marcatamente xeriche, percepite come incolti “inutili”, dovrebbero essere considerate non meno significative.

Vulnerabilità e indicazioni gestionali

In assenza di cure (lo sfalcio, purché non troppo precoce, sarebbe certamente la soluzione ideale per i siti prioritari ricchi di orchidee), l’habitat è destinato ad essere sostiuito progressivamente da comunità arbustive ed arboree. Tra le cause del degrado e della perdita di biodiversità, l’intensivizzazione delle colture agricole (si pensi alle monocolture di vite e di melo che conferiscono al paesaggio trentino una nota singolare) è certamente la più significativa. In prossimità degli abitati anche l’urbanizzazione e la sottrazione di spazi rurali influisce sulla conservazione di questo habitat.  Un pascolo ovicaprino estensivo, in ambienti di problematico accesso può rappresentare una soluzione compatibile. Un utilizzo più intensivo, ma sempre a prato, mediante concimazioni, determina l’evoluzione verso comunità di 6510 o, più raramente, in quota, di 6520.

 
Habitat codice:
  • 6210