Aree protette

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Aree protette - montagne 2
 

Notizie

16. Paludi di Sternigo

Veduta Paludi di Sternigo
  • Tipologia: canneto lacustre e palude
  • Nome locale: Paludi
  • Nome topografico:
  • Comune: Baselga di Piné
  • Comprensorio: C.4 - Alta Valsugana
  • Quota media: m 975
  • Superficie: 24 ha circa
  • Principali motivi di interesse naturalistico: esteso bosco igrofilo di fondovalle; rara fauna delle zone umide (avifauna, Anfibi)
  • Delibera istitutiva
  • Delibera modificativa

Il Biotopo "Paludi di Sternigo" si trova sull'altopiano di Pinè, a circa 20 km da Trento. Comprende l'estesa fascia di canneto che borda la riva settentrionale del Lago di Serraia, una piccola parte dello specchio d’acqua, oltrechè la conca paludosa che si trova alla testata del lago e ne costituisce il retroterra. Il Biotopo si colloca in un contesto paesaggistico ameno e suggestivo, le cui morbide linee sono il risultato dell'azione modellatrice dei ghiacciai del periodo quaternario, terminato circa 15.000 anni fa. Il ghiacciaio, che occupava tutta la vallata, ne ha lisciato i versanti e scavato il fondo, creando in questo modo la depressione che accoglie il Lago di Serraia.

Il Biotopo presenta una notevole varietà ambientale, dovuta al differente grado di umidità del suolo nelle diverse porzioni di territorio.

 

 
Veduta Paludi di Sternigo 2

Aspetti naturalistici

Il settore di zona protetta forse più importante è la sponda lacustre con la porzione di specchio d'acqua antistante.
La riva è bordata da una fascia di canneto, vegetazione fittissima composta dalla cannuccia d'acqua (Phragmites australis), Graminacea che cresce dove l'acqua è profonda solo pochi decimetri ma anche sulla terraferma, purché il terreno sia fradicio. Il canneto costituisce l'ambiente di nidificazione per alcune specie di uccelli acquatici la cui presenza conferisce un notevole interesse faunistico al Biotopo, interesse ulteriormente accresciuto dall'elevata altitudine della zona protetta, quasi 1000 metri, inusuale per questa fauna. Le specie più facilmente osservabili sono il germano reale (Anas platyrhynchos), la folaga (Fulica atra) e il raro svasso maggiore (Podiceps cristatus). In primavera ed in autunno questa zona tranquilla del lago offre possibilità di sosta e rifugio alle specie di passaggio nel corso delle migrazioni.

La rimanente parte dell'area protetta è costituita da un mosaico di prati paludosi più o meno invasi dalla cannuccia d'acqua, alternati a piccole aree con cespugli di salici (Salix, varie specie), boschetti e filari di ontano nero (Alnus glutinosa) ed ontano bianco (Alnus incana). Questo mosaico ambientale rappresenta una situazione estremamente favorevole per la fauna, poiché offre molteplici possibilità alimentari e di riproduzione per una notevole varietà di animali.

I prati umidi erano fino a non molti decenni fa in parte occupati da coltivazioni, soprattutto cavoli e patate, abbandonate per la scarsa produttività; a tutt'oggi si possono riconoscere sul terreno una serie di linee regolari che testimoniano la presenza dei vecchi appezzamenti. La natura ha in breve tempo riconquistato i suoi territori e le piante tipiche delle zone palustri hanno rioccupato la conca; tra queste le più comuni sono le carici (Carex, varie specie), che spesso crescono in grossi cespi.

Molto interessanti sono anche i corsi d'acqua che attraversano il Biotopo, tra cui vi è uno tra i principali immissari del lago. Sono ricetto di piante acquatiche di vario tipo, come la vistosa mazzasorda (Typha latifolia), e ospitano una ricca fauna invertebrata, che comprende anche il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). In primavera questi corsi d'acqua, nei tratti di debole corrente, sono frequentati dal rospo (Bufo bufo) e dalla rana di montagna (Rana temporaria), che provenendo dai boschi vicini qui vengono ad accoppiarsi ed a deporre le uova.