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Aree protette - acqua
 

Notizie

17. Laghestel di Pine'

Veduta Laghestel di Pine'
  • Tipologia: Conca torboso-palustre
  • Nome locale: Laghestel
  • Nome topografico: Laghestel
  • Comune: Baselga di Piné
  • Comprensorio: C.4 - Alta Valsugana
  • Quota media: m 902
  • Superficie: 89 ha circa
  • Principali motivi di interesse naturalistico: rare specie e associazioni vegetali delle torbiere; avifauna acquatica e Anfibi
  • Delibera istitutiva 
  • Modifica delibera istitutiva

Il Laghestel di Piné è senza dubbio uno dei Biotopi più famosi: deve sicuramente tale fama all'essere di fatto una sorta di "progenitore" degli attuali "piccoli territori tutelati", che vengono per brevità definiti "Biotopi" ai sensi della L.P. 14/86. Fu infatti il Comune di Baselga di Piné a porlo sotto vincolo di tutela, in qualità di Riserva Naturale, riconoscendone l'elevato valore naturalistico e, precorrendo i tempi nell'Italia intera, dimostrando una notevole "sensibilità ambientale": correva l'anno 1974. Da allora la fama del Laghestel crebbe continuamente, e sempre più numerosi furono i visitatori.

Nonostante il suo aspetto "integro", il piccolo bacino del Laghestel di Piné è stato per secoli al centro di varie attività umane, come documenta lo studioso Padre F. Ghetta in una ricerca storica basata su antichi documenti. Nel 1613 il lago e il territorio circostante fu venduto al Principe Vescovo di Trento Card. Madruzzo dalla comunità di Piné, che però si riservava il diritto di sfalcio dei prati, di pascolo e di abbeverata del bestiame. I documenti riportano anche vari tentativi di bonifica, condotti in tempi successivi - fino quasi ai nostri giorni - tramite lo scavo di fossi e canali; attorno al 1870 è documentata anche una modesta attività di estrazione della torba. A partire dal secondo dopoguerra sono stati abbandonati i prati e le colture (cavoli e patate) presenti nella conca e la vegetazione naturale si è progressivamente riappropriata del territorio.

Il Laghestel deve essere definito "conca torboso-palustre", in quanto si tratta di un antico lago quasi completamente intorbato e trasformato in palude nel quale, però, permane ancora uno specchio d'acqua residuo di discrete dimensioni, circondato da un ampio canneto. La conca che lo accoglie è una depressione intermorenica con una forma ad "U" (il laghetto residuo occupa oggi la parte più depressa del braccio occidentale).

Aspetti naturalistici

La vegetazione del Laghestel di Pinè è stata oggetto di un approfondito studio da parte di F. Pedrotti e C. Chemini, pubblicato nel 1981 sulla rivista scientifica "Studi Trentini di Scienze Naturali" e comprendente una dettagliata carta tematica. Da tale studio emerge chiaramente il grande interesse botanico del Biotopo: risultano presenti ben 129 specie, alcune delle quali molto rare, e 9 associazioni vegetali igrofile, tutte di notevole pregio (dal canneto ai vari tipi di cariceti, dai prati umidi ai boschi igrofili).

Va anche citato, a titolo di curiosità, un fenomeno macroscopico di natura "botanica" che ha contribuito a rendere celebre il Laghestel: dal 1975, infatti, si verifica l'arrossamento estivo delle sue acque ad opera dell'alga unicellulare Euglena sanguinea. Non è proprio un rosso meraviglioso, nè si tratta di una rarità dato che nelle Alpi gli arrossamenti da Euglena sanguinea sono qua e là ben noti, ma si tratta pur sempre di un fenomeno non comune e pregevole sia sotto l'aspetto naturalistico che sotto quello paesaggistico (si ricorda a tale proposito che l'arrossamento ben più "bello" del famoso Lago di Tovel era dato da tutt'altro organismo, il Glenodinium sanguineum).

La grande varietà di ambienti presenti nel Biotopo (boschi, prati, zona umida, ecc.) si riflette anche sulla fauna, che si presenta particolarmente ricca. Tra tutti gli animali, l’interesse preminente è rivestito dalle specie legate all’acqua, che qui sono numerose e rappresentate da entità che in Trentino sono divenute rare a causa della distruzione degli ecosistemi acquatici. A titolo di esempio, basti considerare che il Laghestel di Pinè costituisce un luogo di riproduzione per ben 7 specie di Anfibi, più della metà dell’intera fauna di Anfibi della provincia.

 

 
Veduta Laghestel di Pine' 2

Aspetti naturalistici

La vegetazione del Laghestel di Pinè è stata oggetto di un approfondito studio da parte di F. Pedrotti e C. Chemini, pubblicato nel 1981 sulla rivista scientifica "Studi Trentini di Scienze Naturali" e comprendente una dettagliata carta tematica. Da tale studio emerge chiaramente il grande interesse botanico del Biotopo: risultano presenti ben 129 specie, alcune delle quali molto rare, e 9 associazioni vegetali igrofile, tutte di notevole pregio (dal canneto ai vari tipi di cariceti, dai prati umidi ai boschi igrofili).

Va anche citato, a titolo di curiosità, un fenomeno macroscopico di natura "botanica" che ha contribuito a rendere celebre il Laghestel: dal 1975, infatti, si verifica l'arrossamento estivo delle sue acque ad opera dell'alga unicellulare Euglena sanguinea. Non è proprio un rosso meraviglioso, nè si tratta di una rarità dato che nelle Alpi gli arrossamenti da Euglena sanguinea sono qua e là ben noti, ma si tratta pur sempre di un fenomeno non comune e pregevole sia sotto l'aspetto naturalistico che sotto quello paesaggistico (si ricorda a tale proposito che l'arrossamento ben più "bello" del famoso Lago di Tovel era dato da tutt'altro organismo, il Glenodinium sanguineum).

La grande varietà di ambienti presenti nel Biotopo (boschi, prati, zona umida, ecc.) si riflette anche sulla fauna, che si presenta particolarmente ricca. Tra tutti gli animali, l’interesse preminente è rivestito dalle specie legate all’acqua, che qui sono numerose e rappresentate da entità che in Trentino sono divenute rare a causa della distruzione degli ecosistemi acquatici. A titolo di esempio, basti considerare che il Laghestel di Pinè costituisce un luogo di riproduzione per ben 7 specie di Anfibi, più della metà dell’intera fauna di Anfibi della provincia.