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Aree protette - legno
 

Notizie

31. Lona-Lases

Veduta palude di Lona Lases
  • Tipologia: torbiera, palude perilacuale, buche di ghiaccio
  • Nome locale: Palù Redont, Palù di Lases, Buse del Giaz
  • Nome topografico: Palù di Lona-Lases, Buse del Giaz
  • Comune: Lona-Lases
  • Comprensorio: C.5 - Valle dell'Adige
  • Quota media: m 660
  • Superficie: 26 ha circa
  • Principali motivi di interesse naturalistico: fenomeni geologici; rare specie e associazioni vegetali perilacustri e di torbiera; avifauna acquatica
  • Delibera istitutiva
  • Modifica delibera istitutiva

Il Biotopo "Lona-Lases" comprende 3 aree tra loro spazialmente separate e molto diverse sotto l'aspetto degli ambienti presenti. Si tratta degli ultimi "lembi" sopravvissuti di una particolarissima situazione ambientale che un tempo esisteva, ben più estesa di oggi, attorno all'abitato di Lases e al lago omonimo. L'attività di estrazione del porfido, che proprio in questa zona del Trentino ha il suo principale centro produttivo, ha irrimediabilmente distrutto gran parte di quella straordinaria situazione ambientale. I tre lembi oggi protetti sono solo minime porzioni scampate alla distruzione, e per la loro tutela si è resa necessaria una disputa durata anni con i proprietari delle cave, che volevano utilizzarli come discariche per gli scarti della lavorazione del porfido.

Le tre aree che compongono il Biotopo sono la palude di Lases (chiamata anche "Palù dei Sfondroni"), la Val Fredda con le "buche di ghiaccio" e il Palù Redont.

 
Veduta palude di Lona Lases 2

Aspetti naturalistici

La palude di Lases è costituita da ciò che rimane della zona paludosa che dalla riva meridionale dello specchio lacustre si insinua verso Sud nella stretta Val dei Sfondroni, solcata dall'emissario del lago. Attualmente è costituita solo da una striscia lunga e stretta, delimitata da due "muri" di detriti di porfido scaricati dall'alto.

È zona umida particolarmente pregiata sotto gli aspetti vegetazionali, faunistici, biologici ed ecologici. In acqua, presso la riva, si rinvengono preziose comunità vegetali composte da piante sommerse e galleggianti; il canneto a cannuccia palustre (Phragmites australis), che borda la sponda, viene sostituito nel retroterra da un cariceto costituito dalla carice spondicola (Carex elata). Questa porzione del Biotopo è molto ricca anche sotto il profilo faunistico, ospitando specie poco comuni o rare come il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), la rana verde (Rana sinkl. esculenta), la biscia dal collare (Natrix natrix) e alcuni uccelli acquatici, tra cui lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), la folaga (Fulica atra), la cannaiola (Acrocephalus palustris) e il porciglione (Rallus aquaticus).

La seconda porzione del Biotopo, anch'essa relitto di una situazione un tempo ben più estesa, non è solo pregiata e rara, ma costituisce un autentico unicum nella nostra provincia. Si tratta della Val Fredda, una valletta che deve il nome alla presenza nel suo fondovalle di molte "buche di ghiaccio" che inducono in essa un microclima freddo, molto simile a quello rinvenibile in alta montagna. Il fenomeno è causato da grandi circolazioni d'aria entro un grosso ammasso di detriti (naturali!) sui fianchi del monte. In questa circolazione l'aria si raffredda ed emerge alla base da buche grandi e piccole al cui fondo persiste il ghiaccio per tutto l'anno, inducendo nella valletta il clima freddo già menzionato che permette la vita di specie vegetali tipiche della fascia alpina al di sopra dei 2000 metri. Il tutto a circa 800 metri di quota e immerso nel bosco termofilo tipico della zona!

Il "cuore prezioso" della terza porzione del Biotopo è il Palù Redont, una piccola torbiera di forma rotondeggiante che occupa il fondo di una suggestiva conca posta proprio a monte dell'abitato di Lases. L'interesse della torbiera è prevalentemente botanico: qui infatti si sviluppa la rarissima associazione vegetale del Caricetum lasiocarpae (un cariceto dato da Carex lasiocarpa), con presenza di un altrettanto raro salice nano, il Salix rosmarinifolia.