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35. Foci dell'Avisio

Veduta Foci dell'Avisio

Il Biotopo "Foci dell'Avisio" si trova lungo il tratto terminale del Torrente Avisio, dall'abitato di Lavis fino alla sua confluenza nel Fiume Adige.

Esso possiede un notevole valore naturalistico, in quanto rappresenta una delle poche aree, lungo il fondovalle dell'Adige, ancora non occupate da insediamenti urbani e colture agricole; inoltre costituisce uno tra i pochissimi tratti di corso d'acqua fondovallivo non ancora stravolto da interventi di canalizzazione. È però un territorio che nei decenni precedenti all'istituzione del Biotopo ha subìto delle sensibili alterazioni a causa di varie attività antropiche, quali principalmente cave di sabbia, ingenti movimenti di terra, manovre militari, motocross, caccia intensa e pascolo indiscriminato di ovini.

Grazie ai vincoli di tutela è stato possibile rimuovere queste fonti di disturbo, cosicché l'area sta progressivamente riappropriandosi degli originari caratteri di naturalità e recuperando le proprie potenzialità ecologiche, anche tramite la realizzazione di importanti interventi di restauro ambientale.

Per aspetti naturalistici di rilevante interesse e per scelta urbanistica (variante PUP in vigore) si sta proceduto all’istituzione di un ammpliamento del biotopo Foci dell’Avisio incrementandone la superficie di 43,58 ha, così da portarla ad un totale di 144,08 ha. L’area che viene accorpata al preesistente biotopo corrisponde ad un tratto del Fiume Adige compreso tra il punto di confluenza del Torrente Noce e la foce dell’Avisio, e comprende terreni di proprietà pubblica.

La zona dell’ampliamento è stata oggetto di un progetto LIFE, denominato NEMOS – Riqualificazione Ambienti Umidi Alpini, che ha realizzato interventi di riqualificazione ambientale durante il trienno 2002-2004 in sette diversi biotopi di interesse provinciale localizzati nei fondovalle.

Nel 2006, dato l’elevato interesse naturalistico dell’area, si è proceduto all’ampliamento del biotopo Foci dell’Avisio, incrementandone la superficie di 43,58 ha, così da portarla ad un totale di 144,08 ha. L’area che viene accorpata al preesistente biotopo corrisponde ad un tratto del Fiume Adige compreso tra il punto di confluenza del Torrente Noce e la foce dell’Avisio, e comprende terreni di proprietà pubblica. La confluenza tra Adige e Noce è uno degli ambienti fluviali lungo l'asta dell'Adige con maggiore diversità ambientale e faunistica. A determinarla è la presenza, a fianco dell'ambiente francamente fluviale del Fiume Adige, di un'ampia zona di confluenza di un grande affluente, il Noce, con caratteristiche idrologiche sensibilmente differenti e di un'importante fossa di bonifica (Fossa della Nave) che convoglia acque di risorgiva in questo importante snodo idrografico. I confini del biotopo così ampliato comprendono la metà occidentale del tratto del Torrente Avisio che corre nella Val d’Adige, includendo tutta la sua area golenale definita dagli argini ottocenteschi; al loro interno è incluso anche un tratto del Fiume Adige situato tra il punto più meridionale di confluenza in esso dell’Avisio, verso sud, mentre in direzione nord si estende fino all’altezza della confluenza del Torrente Noce. In corrispondenza della riva sinistra dell’Adige il confine comprende gran parte l’ex strada arginale del fiume ora trasformata in pista ciclabile mentre verso occidente include la strada arginale, che corre dalla foce del Noce all’Idrovora di Zambana, e, nel tratto successivo la cosiddetta “strada del sangue”. In corrispondenza dell’idrovora di Zambana è presente una propaggine allungata che segue in direzione settentrionale per circa 500 m il corso della Fossa delle Pasqualine.

 
Veduta Foci dell'Avisio 2

Aspetti naturalistici

L'interesse naturalistico del Biotopo Foci dell'Avisio è incentrato principalmente sulla presenza di una straordinaria ricchezza faunistica, che trova la sua motivazione nella sua collocazione fondovalliva, all'unione tra due importanti - e tra loro assai diversi - ambienti fluviali. Si può in sintesi considerare questo Biotopo come una sorta di "oasi naturale" collocata lungo un fondovalle completamente alterato, perdipiù in un punto in cui la fauna può approfittare dell'abbondanza di risorse che sempre accompagna la presenza di acque correnti.

Numerose sono le specie di pesci che, nonostante i problemi patiti sia dall'Adige che dall'Avisio, vivono nelle acque del Biotopo. Gli Anfibi sono qui presenti con varie specie anche localmente rare, come ad esempio l'ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) e il rospo smeraldino (Bufo viridis); si riproducono nelle pozze a fregio del corso d'acqua e, soprattutto, nei grandi stagni realizzati ex novo dal Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento. Numerose sono anche le specie di Rettili, sia lucertole che serpenti, che occupano i diversi ambienti dell'area protetta, sia quelli umidi che quelli asciutti. Ma è tra gli uccelli che troviamo i maggiori motivi di interesse, dal momento che la ricca avifauna nidificante comprende entità legate all'acqua divenute ormai molto rare a causa dell'indiscriminata alterazione dei corpi idrici. Tra queste si possono citare il martin pescatore (Alcedo atthis), la cutrettola (Motacilla flava), il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) e due specie di uccelli limicoli che depongono le uova direttamente sul greto ciottoloso: il corriere piccolo (Charadrius dubius) e il piro piro piccolo (Actitis hypoleucos). Il Biotopo Foci dell'Avisio costituisce inoltre una preziosissima zona di sosta, rifugio e alimentazione per tutte quelle specie di uccelli (e sono davvero numerose!) che utilizzano la vallata atesina come rotta preferenziale nel corso delle migrazioni; infine anche d'inverno l'area svolge la sua importante funzione nei confronti dell'avifauna, dal momento che molti uccelli, tra cui anatre, oche e aironi cenerini (Ardea cinerea), vi si trattengono per periodi più o meno lunghi.

Nonostante gli effetti positivi dei vincoli di tutela e degli interventi di restauro e miglioramento ambientale, il Biotopo deve ancora fare i conti con una grave fonte di alterazione ambientale. Il T. Avisio è infatti soggetto ad un fortissimo prelievo di acqua - che d'estate è totale per interi mesi - per la produzione di energia elettrica e per l'irrigazione. Questo compromette fortemente l'ecosistema fluviale, anche perché determina la mancata diluizione degli scarichi inquinanti e perciò un drastico aumento dell'inquinamento idrico. È quindi evidente che solo con la rimozione di questa turbativa l'area protetta potrà esplicare al massimo le sue potenzialità recettive nei confronti delle specie vegetali e animali.

 

Strutture per la visita

  • sentiero di visita (in progetto in comune di Lavis)

 

 

Studi

  • monitoraggio ittiofauna
  • piano di gestione
  • progetto di definizione naturalistica e catastale;
  • studio faunistico;
  • monitoraggio periodico avifauna
 

Interventi di valorizzazione